La Felicità: un viaggio personale attraverso sogni, gioie e aspirazioni
Non è essere allegri, non è ridere, non è pensare positivo: la felicità, questo stato d’animo cui tutta l’umanità, in un modo o nell’altro, aspira… è un qualcosa di estremamente più intimo e complesso, che assume un significato diverso per ognuno di noi. Siamo ormai immersi in un mare di consigli su come raggiungere la felicità: ovunque veniamo “illuminati” da guru del benessere, da influencer motivazionali e perfino dai nostri stessi amici che sono pronti a svelarci il vero segreto per essere felici. Ma un modo univoco per raggiungere la felicità non esiste, è un’esperienza estremamente personale, così come non esiste un modo “giusto” di intenderla: è uno dei temi più dibattuti nella filosofia, nella psicologia e nelle neuroscienze, e, benchè esistano alcuni elementi universali che la definiscono, la felicità è uno stato d’animo profondamente influenzato dal nostro modo di essere, dal contesto in cui viviamo e dalle nostre esperienze di vita. È un mix di grandi sogni e piccole gioie, desideri materiali e aspirazioni spirituali, momenti di connessione sociale e riflessioni solitarie. Ognuno di noi ha in testa, e nel cuore, un concetto di felicità che è solo suo, che non è da considerarsi né giusto né sbagliato, e che non necessariamente rimane uguale lungo tutto il nostro percorso: ciò che ci rende felici non è la destinazione finale, ma un viaggio continuo che cambia con noi, che si evolve, adattandosi alle nostre nuove esigenze, aspirazioni e prospettive. Alla domanda “cosa ti rende felice?” il mio bimbo di 5 anni ha risposto: “giocare a calcio, stare con mamma e papà, fare un bel pisolino”, esprimendomi così, teneramente, che la felicità, per i più piccoli, è una “cosa semplice”, legata a piaceri immediati e tangibili. Ciò che rende felice un bambino potrebbe sembrare banale a un adolescente, per il quale la felicità si sposta verso il regno sociale, nell’ottenere “like” sui social e nel provare cose nuove o sfidare i limiti, e ciò che un adulto di trent’anni considera fonte di felicità, come può essere la realizzazione professionale o il gettare le basi per la costruzione di una famiglia, potrebbe essere completamente diverso per un cinquantenne, che arriva a godere dei piccoli piaceri quotidiani e di quel tempo unicamente dedicato a se stesso e alle proprie passioni.
Il mosaico emotivo: neurotrasmettitori, stili di vita e la costruzione degli stati d’animo
A creare e definire uno stato d’animo entrano in gioco tutta una serie di variabili come lo stress, la rabbia, le emozioni positive e negative, gli aspetti psicosociali, la consapevolezza, la capacità di osservazione, di giudizio, il senso di soddisfazione della vita… ma anche la capacità di relazione, l’attenzione e il silenzio, ovvero quella capacità di ascoltarci per prendere coscienza di come realmente ci sentiamo. I nostri stati d’animo sono il risultato di un intreccio di fattori psicologici, ambientali, esperienziali e di complessi meccanismi neurochimici del nostro cervello. Fra i neurotrasmettitori che giocano un ruolo cruciale nella regolazione delle emozioni ritroviamo la serotonina, che contribuisce alla sensazione di benessere, la dopamina, nota per il suo ruolo nel sistema di ricompensa e coinvolto nella motivazione, nel piacere e nel controllo motorio, la noradrenalina, che, attraverso la risposta di “lotta o fuga”, prepara il nostro corpo all’azione ed è collegata ai livelli di vigilanza e attenzione, l’ossitocina, conosciuta come “l’ormone dell’amore”, che è fondamentale per il legame sociale e la fiducia, le endorfine, che agiscono come analgesici naturali, alleviando il dolore e migliorando il benessere. Le emozioni, poi, non sono generate da un singolo neurotrasmettitore, ma da interazioni complesse all’interno di specifici circuiti neurali, come il sistema limbico, cruciale per l’aspetto emotivo, la corteccia prefrontale, responsabile del pensiero razionale e che aiuta a moderare le risposte emotive generate dal sistema limbico, il circuito della ricompensa, correlato al piacere ed alla motivazione. Ma i nostri stati d’animo sono anche influenzati da fattori come lo stress, che, aumentando i livelli di cortisolo, può influire negativamente sull’umore e sulla memoria, o la dieta, dove la qualità della nostra alimentazione può influenzare i livelli dei vari neurotrasmettitori, o l’attività fisica, che aumentando i livelli di endorfine migliora il benessere generale, o il sonno, la cui privazione può portare a squilibri neurochimici ed influenzare negativamente il nostro umore. Dunque, anche lo stile di vita influenza il nostro modo di percepire la realtà, di interpretare gli eventi, di modulare le prospettive: condizioni di salute, livelli di energia e benessere psicofisico generale impattano in maniera significativa sul nostro stato emotivo. Allo stesso modo, le nostre esperienze di vita condizionano il nostro stato d’animo e definiscono ciò che, in ogni fase del nostro percorso, può essere per noi la felicità.
Costruire la Felicità: senso, armonia e relazioni nel percorso verso il benessere personale
Non esiste una “ricetta di felcità” che valga per tutti: ma se ci fosse, avrebbe comunque molto a che vedere con il senso che sappiamo dare alla nostra vita. E a dare una prospettiva di senso alla nostra vita concorrono il pensare che ciò che facciamo non sia irrilevante, il sentire di avere un nostro posto nel mondo, il conoscere i nostri obiettivi, le nostre priorità, e perseguirli con coerenza: un senso per una felicità che non necessariamente si deve nutrire di gioia, di allegria o di spensieratezza, ma piuttosto di armonia, con se stessi e con gli altri. Essere felici può voler dire fare ciò che si ama ed avere buone relazioni, serene e sane, con le persone a cui teniamo: ciascuno di noi ha bisogno degli altri per crescere sano e vivere felice, e prendere coscienza dell’importanza dei legami sociali ci aiuta a vivere meno stressati e più sereni. Gli “altri” che ci fanno bene sono certamente la nostra famiglia, ma anche chi appartiene ad una rete relazionale più ampia, come amici, colleghi, nuove conoscenze: una tela che tessiamo durante tutta la nostra esistenza, grazie alla quale troviamo la fiducia necessaria per intraprendere una vita attiva, e più felice. Essere felici può essere sinonimo di amare: le persone più felici hanno vite concentrate sull’amore, per la famiglia, per gli amici, in generale per gli altri. Esser felici può significare essere grati: riconoscere e apprezzare ciò che abbiamo, piuttosto che concentrarci su ciò che ci manca, può trasformare la nostra prospettiva e migliorare il nostro stato d’animo.
Se non esistono “regole” per essere felici, perché tenderebbero a banalizzarla trattandola come un’emozione o poco più, quando invece è una combinazione personale e soggettiva di piacere, benessere fisico e mentale, soddisfazione e propositi, relazioni sane, amore e gratitudine… è importante però non dimenticare che per la felicità servono volontà e impegno, come per raggiungere qualsiasi altra cosa che abbia un valore, che è necessaria una buona dose di consapevolezza e che, come scrisse Friedrich Nietzsche, “la felicità non è fare tutto ciò che si vuole,ma volere tutto ciò che si fa”.
… che sia un’estate (ma non solo!) “felice” per ognuno di voi!
Carla Tosco
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