L’artrite reumatoide (A.R.) è una malattia cronica autoimmune che colpisce la membrana sinoviale delle articolazioni. Tale membrana reagisce all’infiammazione aumentando di volume e dando origine al panno sinoviale, il quale invadendo la cartilagine ne provoca l’erosione e la graduale distruzione. Questo processo porta rigidità nei movimenti e disabilità; tutto il meccanismo che è alla base della malattia rimane tuttora incompreso, ma risulta accelerato da infezioni e da mediatori infiammatori: il nostro organismo, per difendersi dagli attacchi esterni di virus e batteri produce gli anticorpi, cioè quei soldati che generalmente ci proteggono dalle malattie , nella A.R. tali anticorpi, per ragioni non ancora ben note, impazziscono reagendo in modo anomalo, non riconoscendo cioè la membrana sinoviale che riveste le nostre articolazioni, attaccandola e provocandone l’infiammazione ed innescando un meccanismo di auto-distruzione dei tessuti articolari e non. L’incidenza dell’artrite reumatoide aumenta con l’età; in Italia costituisce il 6% delle malattie reumatiche, circa 400.000 casi di cui 5.000 in forma grave.
Circa tra lo 0,3% e il 1% della popolazione mondiale ne è affetto;la malattia esordisce tra i 20 e i 60 anni di età e le donne sono più esposte rispetto agli uomini con una proporzione di 3 a 1. Circa il 90% dei causi di artrite reumatoide presenta disabilità entro i vent’anni dalla comparsa.
I sintomi solitamente compaiono in modo graduale nel corso dei mesi, il paziente avverte rigidità dei movimenti delle mani al mattino. Questa sintomatologia tende a diventare più persistente nel corso del tempo, associandosi spesso al gonfiore e al dolore delle articolazioni,con fasi alterne. E’ a decorso ciclico con fasi di acutizzazione che si alternano a periodi di remissione della malattia. Altre caratteristiche sono l’anemia, la febbre, e la debolezza muscolare (astenia) oltre naturalmente al dolore articolare caratterizzato da tumefazione (gonfiore) e da rigidità articolare, normalmente colpisce le articolazioni in modo simmetrico, cioè i due polsi – i due gomiti – le due ginocchia.
Riconoscere nel più breve tempo possibile l’A.R. è importantissimo in quanto permette al reumatologo di iniziare una cura che contrasti in modo efficace l’evolversi della malattia.
In 22 casi su 100 il paziente è costretto ad abbandonare il proprio lavoro ed il 10% dei malati necessita di assistenza continuativa.
Il trattamento dell’Artrite Reumatoide si basa sull’uso di immunosoppressori, come il methotrexate o la leflunomide; in casi particolari si possono utilizzare anche idrossiclorochina, ciclosporina, sulfasalazina. È previsto inoltre l’uso di cortisone a cicli nelle fasi di maggiore attività di malattia, ad esempio all’esordio, per ottenere più rapidamente la risposta clinica, e di FANS per il controllo del dolore.
Nei casi non responsivi agli immunosoppressori o in pazienti con malattia particolarmente aggressiva è possibile utilizzare i farmaci biologici, anticorpi monoclonali o recettori che bloccano molecole dell’infiammazione (es anti-TNFalpha, anti-IL6, anti-IL1) o cellule dell’infiammazione come i linfociti B (anti-CD20) e i linfociti T (CTLA4).
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