Cari papà e mamme, la febbre è il sintomo più comune di malattia nei bambini ed è uno dei più frequenti motivi per cui i genitori si spaventano, ma vediamo cosa dicono le Linee Guida della Società Italiana di Pediatria sulla gestione della febbre nei bambini. La febbre è un incremento della temperatura corporea centrale al di sopra dei limiti di normalità. Secondo l’OMS, la temperatura si considera normale fino a 37,5°, anche se va specificato che la temperatura corporea può variare da persona a persona, durante l’arco della giornata e può essere più elevata in alcune occasioni, ad esempio durante il sonno, subito dopo i pasti, dopo uno sforzo o in caso di riscaldamento eccessivo dell’ambiente. La febbre è il sintomo più comune di gran parte delle infezioni e viene utilizzato dall’organismo come strumento di difesa, poiché, innalzando la sua temperatura, rende l’ambiente inospitale per la vita di virus e batteri. Quindi la febbre non deve subito allarmare noi genitori ma essere vista come” un sistema da combattimento” del nostro bimbo.
Vediamo che cosa fare in caso di febbre alta, qual’è il sito migliore per misurare la temperatura e quando è necessario somministrare i farmaci, ma sempre stando attenti ai dosaggi.
I siti ideali per misurare la temperatura del vostro bimbo sono l’ascella e per i più piccolini l’inguine, a livello della piega inguinale. La misurazione rettale della temperatura è da evitare in quanto è una tecnica invasiva e non affidabile in caso di diarrea, in questo caso il termometro segnerà una temperatura più alta rispetto alla temperatura del corpo in quanto la mucosa intestinale è irritata e quindi “più calda” rispetto il resto del corpo.
Nella misurazione a livello ascellare si predilige l’ascella sinistra in quanto, le vene e le arterie che passano sono più vicine al cuore rispetto a quelle che troviamo a livello dell’ascella destra, permettendo di avere una temperatura che più si avvicina a quella effettiva.
La misurazione auricolare della temperatura può essere effettuata dopo il primo mese di vita, infatti il timpano del neonato non è ancora ben formato e la temperatura registrata potrebbe non essere quella reale.
Una sola precisazione va fatta, infatti capita spesso che il proprio bambino abbia male alle orecchie. Le orecchie sono molto delicate e provocano per cui dolore intenso quando sono infiammate. I bambini, soprattutto piccoli e che non sanno indicare dove hanno male presentano sintomi molto vaghi e che sono comuni a molti malesseri come pianto, scarso appetito ed irritabilità.
Il mal d’orecchie (otodinia) compare spesso in modo acuto e spesso durante la notte in quanto nella posizione sdraiata le secrezioni dell’orecchio comprimono maggiormente sul timpano. Il vostro bimbo può per cui svegliarsi e piangere durante la notte per il dolore che prova all’orecchio. Se il vostro bambino ha mal d’orecchio e non riesce a dormire provate a metterlo in posizione semiseduta o con un rialzo in modo che le secrezioni non comprimano troppo sul timpano. Nei bambini la tuba di Eustachio, che collega il naso all’orecchio, è poco inclinato, quasi parallelo, per cui le secrezioni del naso passano con più facilità nell’orecchio. Per questo motivo è utile fare dei lavaggi nasali in modo da svuotare bene il naso e di conseguenza la tuba di Eustachio andando così a ridurre la pressione sul timpano. Non sottovalutate il dolore all’orecchio, è un dolore molto intenso ed è importante che venga trattato in modo appropriato.
Proprio in caso di infiammazione dell’orecchio, durante la misurazione della febbre a livello auricolare la temperatura potrebbe risultare più elevata di quello che effettivamente è. Per cui l’ideale in questo caso sarebbe misurare la temperatura a livello ascellare.
In caso di innalzamento della temperatura spesso bisogna dare al proprio bimbo dei farmaci, facendo però molta attenzione al quantitativo. Non sono infatti infrequenti i casi di sovradosaggio di farmaco. Nella maggior parte dei casi si tratta di errori di terapia da parte del genitore: non risomministrate il farmaco se il bambino vomita dopo averlo assunto. Lo stomaco infatti non si svuota mai del tutto e non si può sapere quanto farmaco ha vomitato e quanto è rimasto nello stomaco. Lo stesso vale per le supposte, in caso di diarrea infatti sono da evitare. Rispettate i tempi tra una dose e l’altra, quelle 4-6-8 ore indicate tra una somministrazione e l’altra sono per permettere all’organismo di non avere eccessive quantità di farmaco in circolo e non creare tossicità. Molta attenzione è da fare se il farmaco che diamo solitamente al nostro bimbo ha cambiato confezione, a un cambio di confezione può corrispondere un cambio di concentrazione del farmaco (es. recente è il Nurofen e la Tachipirina sciroppo), controllate la concentrazione prima di dare il solito quantitativo al vostro bambino. I bambini possono inoltre assumere un quantitativo di farmaco superiore perché sono loro stessi ad andarlo a prendere, (i tipici esempi sono gli sciroppi alla fragola, alla ciliegia o al cioccolato o compresse con colori molto accesi simili a caramelle) quindi prestate attenzione e non lasciate incustoditi o in zone facilmente accessibili i farmaci che avete in casa.
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