Il termine vitamina D viene utilizzato indifferentemente per la vitamina D2 (ergocalciferolo presente nei vegetali e non sintetizzato dall’uomo) e per la vitamina D3 (colecalciferolo di origine animale).
La vitamina D è un pro-ormone essenziale per il normale assorbimento del calcio.
E’ contenuta prevalentemente in alimenti come il salmone, le sardine, la carne e le uova e viene sintetizzata negli strati basali dell’epidermide partendo dal 7-deidrocolesterolo sotto l’influenza della luce solare.
Ha diverse funzioni:
- a livello intestinale: assorbimento di Calcio e di Ferro;
- a livello osseo: riassorbimento e remineralizzazione ossea;
- a livello della ghiandola mammaria: regolazione della concentrazione del calcio nel latte;
- a livello della placenta: mineralizzazione dello scheletro fetale.
Una carenza di Vitamina D può essere dovuta ad una diminuzione della sintesi causata da pigmentazione cutanea, agenti fisici bloccanti l’esposizione solare (vestiti, creme, ospedalizzazione), fattori geografici e malassorbimento (dovuto ad esempio a celiachia, malattie infiammatorie croniche intestinali, fibrosi cistica).
E’ raccomandata la supplementazione con vitamina D nella donna in gravidanza e nella donna che allatta.
In merito al neonato, la profilassi durante il primo anno di vita è fondamentale per garantire uno stato vitaminico D adeguato e la prevenzione del rachitismo carenziale. La profilassi viene raccomandata in tutti i bambini indipendentemente dal tipo di allattamento, infatti il latte materno contiene quantità di vitamina D insufficienti. D’altra parte anche la quantità di vitamina D assimilata con il latte artificiale (400 UI/L) non basta. Per i bambini nati a termine la profilassi giornaliera appropriata consigliata per tutto il primo anno di vita è di 400-800 UI, mentre aumenta nel bimbo nato prematuro.
Nelle età pediatriche successive si raccomanda di valutare lo stile di vita dei bambini e adolescenti per evitare deficit da scarsa esposizione alla luce solare.
La vitamina K raggruppa diverse sostanze che partecipano all’attività di fattori della coagulazione.
Ne esistono 2 forme:
- vitamina K1: presente nelle verdure tipo cavolo, spinaci, cavolfiori, broccoli
- vitamina K2:sintetizzata dalla flora intestinale a partire dal fillochinone alimentare (batteri intestinali). Sappiamo come la flora batterica dei nostri bambini sia variabilissima e cambi a seconda delle modalità di parto (cesareo o spontaneo) e a seconda delle modalità di allattamento (al seno o al biberon). Il neonato riceve una piccola quantità di vitamina K durante la gravidanza e quindi alla nascita c’è il rischio di malattia emorragica conseguente a un deficit di vitamina K, per questo si dà una supplementazione a tutti i neonati (di solito con un’iniezione).
La Società Italiana di Neonatologia ha deciso di consigliare la vitamina K per tutti i primi tre mesi di vita perché esistono forme più tardive di malattia emorragica.
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