La conosciamo tutti e non è un caso: l’influenza è tra le poche malattie infettive che ognuno di noi sperimenta più volte nel corso della propria esistenza, indipendentemente dall’età, dallo stile di vita e dal luogo in cui vive.
Si tratta di una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali a RNA del genere Orthomixovirus, una malattia stagionale che, nell’emisfero occidentale, si presenta durante il periodo invernale. Esistono più tipi di virus influenzale, classificati dagli scienziati in tre famiglie: A, B (entrambi responsabili della sintomatologia influenzale classica) e C (generalmente asintomatico).
Virus di tipo A
Questa tipologia di virus è la più comune, responsabile delle forme più acute di influenza e può causare epidemie. Si tratta di virus che circolano sia nell’organismo umano sia in specie animali (uccelli, maiali e cavalli), principalmente di origine aviaria, sebbene siano stati riscontrati anche virus provenienti dalla specie suina. Nell’arco dell’anno 2009-2010 infatti furono registrati in Messico casi di infezione nell’uomo da un nuovo virus influenzale di tipo A a causa del virus H1N1 (in precedenza identificato come influenza suina) per il quale si sviluppò di conseguenza una pandemia. I virus di tipo A, infatti, sono responsabili delle forme più acute di influenza e possono causare epidemie e pandemie.
Virus di tipo B
Sono virus che circolano solo nell’organismo umano, possono essere causa di epidemie ma sembra non siano in grado di indurre infezioni su larga scala. Si identificano generalmente con una forma di influenza “meno grave” rispetto ai virus di tipo A, ma qualora mutassero avrebbero la potenzialità di diventare pericolosi.
Virus di tipo C
I virus di tipo C di solito causano infezioni asintomatiche o molto lievi e per questo motivo hanno scarsa rilevanza dal punto di vista clinico.
Alla base dell’epidemiologia dell’influenza vi è la marcata tendenza dei virus influenzali a mutare, ovvero a presentare variazioni antigeniche nelle due glicoproteine HA e NA, che permettono loro di evitare la risposta immunitaria dell’organismo ospite dovuta a precedenti infezioni. Il virus trova quindi gran parte della popolazione immunologicamente suscettibile e può diffondersi ampiamente e rapidamente.
Lo spostamento antigenico (antigenic shift) è un fenomeno che riguarda solo i virus influenzali di tipo A e consiste nella comparsa nell’uomo di un nuovo ceppo virale con una proteina di superficie (HA e/o NA) appartenente a un sottotipo diverso da quelli comunemente circolanti nell’uomo. Alcuni cambiamenti antigenici (antigenic drift) presentano una graduale modifica della sequenza degli aminoacidi che compongono le proteine in grado di stimolare una risposta immune. Questo fenomeno riguarda sia i virus A (in modo più marcato e frequente), sia i B ed è responsabile delle epidemie stagionali.
Come si presenta
Come molti hanno potuto sperimentare, l’influenza è contraddistinta da sintomi generali e respiratori, febbre, brividi, dolori ossei e muscolari, astenia (stato di debolezza generale dovuto alla riduzione o alla perdita della forza muscolare), mialgia (dolore muscolare), mal di gola, raffreddore, tosse non catarrale e congiuntivite. Ha un’incubazione di circa 24-48 ore e una sintomatologia che dura solitamente 3-4 giorni (anche se può prolungarsi fino a 2 settimane). La febbre si presenta improvvisamente ed è in genere superiore ai 38°, sebbene nei bambini possa arrivare anche ai 40°.
La maggior parte delle persone guarisce entro una settimana senza cure mediche e nel soggetto sano l’influenza raramente dà luogo a complicazioni. I casi in cui possono verificarsi complicanze riguardano le donne in gravidanza, i bambini fra i 6 mesi e i 5 anni, i pazienti con malattie croniche o il sistema immunitario debole, i diabetici e gli obesi gravi. L’infezione batterica dell’apparato respiratorio e dell’orecchio costituiscono le complicanze più comuni: nel primo caso l’infezione può portare ad una bronchite e aggravarsi fino a sviluppare una polmonite, nel secondo caso l’infezione batterica può essere causa di otiti e sinusiti.
Sapevi che…
- in una stagione circolano insieme tipicamente 2-3 ceppi influenzali;
- le epidemie influenzali si sviluppano quasi esclusivamente di inverno;
- l’epidemia “scoppia” all’improvviso, raggiunge un picco di 3-4 settimane e si estingue in 2-3 mesi;
- l’influenza colpisce dal 20% al 50% della popolazione;
- la gravità dell’influenza è proporzionale all’età.
Come si contrae
Si tratta di un virus molto contagioso, si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco o di saliva con tosse e starnuti, ma anche direttamente parlando vicino a una persona infetta, o indirettamente tramite il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.
Per evitare di essere contagiati o che il virus si diffonda troppo nell’ambiente circostante basta un po’ di accortezza. Ci sono alcune semplici ma importanti regole da seguire:
- Detergere le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone. È importante usare acqua corrente e sapone, strofinare bene le mani per almeno un minuto, senza dimenticarsi dello spazio sotto le unghie.
- Evitare i luoghi affollati, soprattutto se chiusi, quando i casi di malattia sono molto numerosi.
- Evitare il contatto con occhi, naso e bocca, facili vie di entrata dei virus.
- Riparare la bocca e il naso quando si tossisce o si starnutisce. L’aria e il muco espulsi con uno starnuto viaggiano a circa di 160 km orari e possono arrivare fino a 8 metri di distanza. Starnutire e tossire sono riflessi naturali e si tratta di due mezzi utilizzati dal nostro organismo per espellere gli agenti patogeni, l’importante è adottare alcune precauzioni (come tossire e starnutire in un fazzoletto di carta o nella piega del gomito).
- Favorire le difese dell’organismo quando si manifestano i sintomi dell’influenza. Un’alimentazione corretta e bilanciata, ricca di frutta e verdura di stagione e opportuni integratori alimentari, favorisce le difese dell’organismo.
Come si combatte
Nelle persone sane il miglior rimedio è il riposo a casa, stare al caldo e bere molta acqua per evitare la disidratazione. Si possono assumere paracetamolo o ibuprofene per abbassare la temperatura se la febbre è elevata e per alleviare i dolori. Se sono presenti invece condizioni di rischio, è necessario rivolgersi al proprio medico di base.
L’influenza rappresenta un problema di grande portata per la sanità pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per l’attuazione delle misure di controllo e di gestione dei casi e delle eventuali complicanze. La vaccinazione antinfluenzale previene e combatte l’influenza perché diminuisce la probabilità di contrarre la malattia e perché, in caso di sviluppo dei sintomi, questi sono molto meno gravi e generalmente non danno vita a ulteriori complicanze. La vaccinazione antinfluenzale è anche un’importante misura di protezione per chi ci sta intorno, dal momento che riduce notevolmente il carico dell’assistenza sanitaria nei periodi di maggiore affluenza. Il vaccino è raccomandato alle persone dai 65 anni in su, a coloro che stanno a stretto contatto con persone anziane, ai pazienti con patologie croniche e alle donne al secondo e terzo mese di gravidanza. Viene effettuato gratuitamente dal proprio medico curante o nel centro vaccinale della Asl, generalmente tra metà ottobre e fine dicembre.





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