La vitamina D è una vitamina di tipo liposolubile, viene accumulata nel fegato e non è necessario assumerla attraverso il cibo, perché il nostro corpo la rilascia quando è necessario. Viene prodotta attraverso il sole dalla pelle ed è un regolatore del metabolismo nel sangue, oltre che un importante alleato per il calcio nelle ossa e per mantenere i livelli di fosforo nel sangue.
La troviamo in alimenti quali olio, fegato, merluzzo, pesci grassi (sgombro, aringa, carpa), ostriche, gamberi, burro, tuorlo, funghi, fegato. La sua assunzione presenta numerosi benefici, tra cui:
- la crescita e il mantenimento dello scheletro;
- l’assorbimento del calcio e del fosfato a livello intestinale;
- la deposizione del calcio dalle ossa;
- il riassorbimento renale del calcio e del fosforo.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina D varia a seconda dell’età, ma possiamo dire che è di circa 400 unità al giorno in assenza di fattori di rischio o deficit. In caso contrario, le dosi possono variare e arrivare fino a 1.000 unità al giorno. Questa vitamina va integrata durante la crescita, la gravidanza e l’allattamento. Tuttavia, non bisogna eccedere perché potrebbero in quel caso presentarsi sintomi come vomito, diarrea, spasmi.
Carenza e conseguenze
Vari studi hanno individuato che una carenza di vitamina D può essere associata a disturbi alle ossa deboli, carie ai denti, rachitismo, Alzheimer e declini cognitivi. Il basso contenuto di questa vitamina è dovuto ad una scarsa esposizione al sole: nei mesi invernali, per esempio, l’inclinazione ai raggi solari nel nostro emisfero è spesso insufficiente per produrla.
Questa vitamina va integrata sin dalla nascita, almeno per tutto il primo anno di vita fino alla maggiore età, nelle persone affette da epatite, negli obesi, in coloro che soffrono di malattie croniche infettive e nei celiaci. Viene dispersa in chi abusa di alcol e sostanze stupefacenti; anche alcuni farmaci potrebbero causare lo stesso effetto.
Curiosità
Un uso eccessivo di crema solare potrebbe diminuire la vitamina D? In realtà per rispettare del tutto il fattore della crema solare, bisognerebbe applicarla molte volte al giorno e in modo uniforme, per cui no, è molto difficile che lo schermo della protezione solare possa inficiare la produzione di vitamina D.
Che collegamento c’è tra la vitamina D e il covid? La vitamina D contrasta la tempesta citochimica, rafforza il sistema immunitario e protegge dal danno polmonare. Ha anche proprietà di riduzione dell’incidenza e della gravità delle malattie infettive, delle virosi respiratorie in particolare, grazie alle sue proprietà immunomodulatrici. È un alleato importantissimo delle nostre difese immunitarie.





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