La Sindrome del Cuore Infranto: Stress e Salute in una prospettiva Emotiva
“Mi hai spezzato il cuore” è una frase che abbiamo forse detto tutti, almeno una volta nella vita, solitamente a seguito di una delusione amorosa. È una nota espressione che, negli anni, si è inserita nei modi di dire, negli aforismi, nelle canzoni: citando Oscar Wilde, “Il cuore è stato fatto per essere rotto”. Ma la sindrome del cuore infranto, o sindrome di Takotsubo, non è soltanto un’immagine pittoresca per esprimere quanto si stia soffrendo, è ben più di un modo di dire: è simile a un infarto e i sintomi tipici, ovvero dolore al petto e difficoltà a respirare, possono colpire persone di entrambi i sessi e anche di giovane età.
Si manifesta con un rigonfiamento del ventricolo sinistro, da qui il suo nome, dato dai cardiologi giapponesi, poiché il ventricolo sinistro assomiglia appunto alla tipica trappola per polpi utilizzata in Giappone. A differenza dell’infarto, tende a essere reversibile e a non lasciare effetti a lungo termine sul tessuto muscolare del cuore: la maggior parte delle persone colpite recupera le funzioni cardiache in breve tempo.
Gestire lo Stress: Strategie per la Salute Fisica e Mentale
Un cuore spezzato, dunque, è uno stato d’animo ma può essere anche una vera e propria malattia causata da uno stress emotivo intenso: in condizioni di stress, la branca simpatica della corteccia cerebrale viene attivata, si ha una liberazione di cortisolo e catecolamine, le quali raggiungono livelli 100 volte superiori a quelli fisiologici e danneggiano il muscolo cardiaco. Tutta colpa del famigerato stress, il “male del nuovo millennio”: un problema che colpisce nove italiani su dieci! È sempre esistito o è una peculiarità del nostro tempo? Si tratta di uno stato di tensione fisica e mentale, dovuto a fattori esterni all’organismo, che fa parte della vita e, come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, di per sé non è né positivo né negativo , definisce semplicemente una vasta gamma di possibili comportamenti adattivi che permettono di adeguarci agli stimoli che riceviamo ogni giorno.
È tuttavia possibile distinguere fra due tipologie di stress: l’eustress, una risposta normale dell’organismo che, se affrontata nel modo giusto, è essenziale per raggiungere il benessere, ci permette di essere motivati e raggiungere gli obiettivi prefissati, e che, anche se ci può far sentire agitati e nervosi, in realtà è benefica perché fornisce l’energia giusta vivere nuove esperienze e crescere; il distress, che invece è quella forma di stress in cui percepiamo l’evento stressante come una minaccia, che dura nel tempo e in cui ci sentiamo sopraffatti perché incapaci di affrontare la situazione che l’ha provocato. Dunque, due facce della stessa medaglia! Ogni persona poi percepisce uno stesso evento stressante in modo diverso, ossia può essere più problematico per qualcuno e meno per qualcun altro; inoltre il grado di tolleranza verso uno specifico stimolo può variare nel corso della vita. Lo stress può essere acuto, verificarsi cioè in un lasso di tempo limitato, o cronico, se lo stimolo è di lunga durata.
Di fronte ad un problema da affrontare ad una prima fase di ‘allarme’ segue la ‘resistenza’, in cui corpo e mente si attivano per risolverlo; è a questo punto che può instaurarsi una sorta di stanchezza psicofisica, detta ‘esaurimento’, a seguito del grande sforzo che la gestione dei problemi ha comportato. Ed è a questo punto che possono manifestarsi i veri e propri sintomi dello stress, quelli che, quando si cronicizzano possono produrre ricadute importanti sulla nostra salute, come le ripercussioni sul cuore tali da causare una condizione paragonabile all’infarto. O le alterazioni dei ritmi del sonno, i disturbi della pelle, il mal di testa di tipo muscolo-tensivo, le contratture muscolari e il mal di schiena o la lombalgia, i disturbi metabolici e le alterazioni di peso, i disturbi del tratto gastroenterico come la gastrite o la colite, l’alterazione della regolarità del ciclo mestruale nelle donne, i disturbi a carico del sistema nervoso quali irritabilità, nervosismo e alterazioni del tono dell’umore o addirittura i disturbi d’ansia e la depressione.
‘Non mi ricordo niente perché sono troppo stressata’.. in effetti, lo stress cronico è nemico della memoria! Chi vive in uno stato di stress continuo è come se avesse il cervello in uno stato perenne di rischio, e se la percezione del rischio diventa permanente, permanente sarà l’annebbiamento delle funzioni mentali superiori, quelle della corteccia, della logica. Inoltre, lo stress cronico inibisce la formazione di nuovi neuroni all’interno dell’ippocampo, e meno neuroni significa anche meno possibilità di consolidare nuovi ricordi. Lo stress può portare a malattie infiammatorie e allergiche, e influire sul sistema immunitario: sotto stress, è più facile contrarre infezioni o, al contrario, avere manifestazioni di tipo autoimmunitario.
Esiste poi uno stress da ‘super lavoro’ che nella nostra società, sempre più frenetica, sembra quasi un’inevitabile condizione da cui non si può sfuggire. La sindrome da burnout, che in senso letterale significa “bruciato, fuso, esaurito”, deriva da una risposta prolungata e intensa allo stress da lavoro, tipica di occupazioni di alta responsabilità o che implichino un forte coinvolgimento emotivo, e può di fatto peggiorare la qualità della vita, anche dal punto di vista sociale e relazionale. Anche i piccoli, più vulnerabili rispetto agli adulti, possono essere sollecitati in maniera forte e dunque sviluppare delle problematiche riconducibili a una vita troppo stressante. Lo stress prolungato nuoce gravemente alla salute, può investire la dimensione fisica, la sfera emotiva e quella cognitiva, e dobbiamo quindi rinforzare le nostre risorse adattive, dobbiamo allenarci (ed educare i figli fin da piccoli a farlo) a tollerare le frustrazioni, ad elaborare meccanismi di difesa che siano costruttivi, a integrare la vita emotiva con quella razionale e trovare un equilibrio, imparando ad ascoltarci di più e ad adottare cambiamenti significativi, quando necessari, nel nostro stile di vita. A partire dall’alimentazione!
Lo stress in genere provoca mancanza di energia, difficoltà di attenzione e concentrazione, apatia: andranno esclusi i cibi ricchi di zuccheri e l’alimentazione dovrà essere naturale e alcalinizzante, a base di cibi ricchi di antiossidanti (vitamine del gruppo B, Omega 3, acido Folico) come cereali integrali, legumi, pesce, semi oleosi, olio extravergine di oliva, verdura e frutta di stagione.. per fornire all’organismo tutti i nutrienti, vitamine e sali minerali necessari per recuperare le energie. Importanti sono il magnesio, minerale essenziale per il rilassamento mentale e muscolare, e la vitamina D, che regola il nostro umore.
Ci sono poi molti modi, diversi per ognuno, per sollevarci dalla continua pressione: per alcuni è indispensabile ritagliarsi degli spazi in solitudine, per altri è meglio una bella uscita in compagnia degli amici; c’è chi fa sport e chi dorme, chi fa un viaggio e chi medita, chi dipinge, chi canta e chi si dedica al giardinaggio. E poi ridere, ridere ogni giorno: è stato calcolato che 15 minuti di risate al giorno potrebbero dare un beneficio significativo in termini di salute. “Lo humour è un eccellente antidoto allo stress”, parola di Patch Adams, il medico del sorriso!
Carla Tosco
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