Quando si parla di circolazione, il pensiero va direttamente al sangue, che attraverso la spinta del cuore scorre nelle arterie e nelle vene del nostro corpo. Esiste, però, una circolazione meno conosciuta, che scorre lenta e impalpabile all’interno di sottilissimi vasi praticamente invisibili a occhio nudo: si tratta della circolazione linfatica. Un tipo di circolo che permette di raccogliere i fluidi contenuti negli spazi tra le cellule e farli risalire lentamente verso la circolazione venosa. Per farlo attraversa delle piccole stazioni di controllo, i linfonodi; è qui che i linfociti, importantissime cellule del sangue, attuano la loro azione di aggressione nei confronti di germi potenzialmente pericolosi.
Quando la circolazione linfatica delle nostre gambe si ammala o presenta delle anomalie, ecco che l’accumulo di liquidi non viene più drenato. Quel che succede è che i liquidi iniziano ad accumularsi nei tessuti, determinando una condizione patologica definita “linfedema”. Non si tratta solo di un problema estetico, come si tende a credere: i liquidi non correttamente drenati tendono dapprima a diventare densi, come una sorta di gel, per via dell’alto contenuto di proteine al loro interno. In una seconda fase, la loro solidità aumenta, rendendo sempre più difficoltoso il rientro in circolo, oltre a ostacolare la corretta ossigenazione dei tessuti, predisponendoli ad arrossamenti, eczemi, dermatiti, ulcere ed infezioni».
Come ci si accorge se c’è il circolo flebolinfatico delle gambe è compromesso? I primi sintomi possono essere leggeri e sfumati, parafisiologici nella stagione calda e quando si trascorrono molte ore in piedi: pesantezza alle gambe e gonfiori alle caviglie, che d’abitudine diminuiscono spontaneamente con il riposo. Quando il quadro si aggrava, però, la risoluzione spontanea diventa più difficoltosa e le gambe faticano a sgonfiarsi. In questi casi è importante tenerle sollevate e rinfrescarle congetti d’acqua fredda. Esistono poi situazioni più gravi in cui simili accorgimenti non danno esiti. In questo caso occorre rivolgersi allo specialista per verificare lo stato della circolazione delle gambe. Esistono fortunatamente delle cure per ridurre i segni e i sintomi di linfedema:
– la prima soluzione è quella di adottare uno stile di vita corretto: bandite il fumo e, laddove possibile, evitate di stare in piedi ferme per molto tempo, specie in ambiente caldo.
– aiuta molto anche l’elastocompressione. Parliamo di calze assolutamente identiche alle classiche in commercio, ma dotate di un filato particolare che esercita una spinta compressiva graduata, maggiore alla caviglia e via via decrescente, in aiuto della propulsione dei liquidi dalla caviglia verso l’alto».
– trattamenti di linfodrenaggio volti a ridurre l’edema e a diminuire il volume degli arti in trattamento. indossare: esercitano una compressione che decresce gradualmente a partire dalle estremità delle braccia o delle gambe».
– di fondamentale importanza è l’esercizio fisico, che dovrà prevedere contrazioni ripetute di media intensità dei muscoli appartenenti all’arto con problema, da ripetersi ogni giorno per circa mezz’ora. Aiutano molto anche attività aerobiche come la camminata e l’esecuzione di esercizi in acqua.
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