Il cordone ombelicale è il primo mezzo di comunicazione tra la mamma e il bambino. Attraverso il sangue contenuto nel cordone ombelicale il bimbo riceve nutrimento e ossigeno durante tutto il periodo della gestazione, al termine della gravidanza è lungo circa 55 centimetri.
E’ costituito da una sostanza gelatinosa chiamata Gelatina di Wharton che contiene al suo interno i tre vasi ombelicali:
- una vena ombelicale che trasporta sangue ricco di ossigeno e nutrimenti al bambino,
- due arterie che trasportano cataboliti dal bambino alla placenta materna.
Il cordone ombelicale ha origine dalla placenta e il sangue al suo interno viene chiamato sangue placentare o sangue cordonale.
Alla nascita, con la recisione del cordone ombelicale, parte delle strutture originarie rimane alla base. Il moncone ombelicale si secca progressivamente lasciando posto ad una cicatrice che si retrae e cade a distanza di 6-8 giorni dalla nascita.
La ferita ombelicale guarisce entro 12-15 giorni e il tessuto cicatriziale viene ricoperto da un sottile strato di pelle.
Durante le prime 3 settimane di vita del neonato i vasi ombelicali e la ferita possono rappresentare potenziali porte d’ingresso per infezioni, per questo motivo, anche a casa, la mamma e tutti coloro che si prendono cura del neonato dopo la dimissione ospedaliera, devono osservare scrupolosamente precise regole di igiene durante la medicazione del moncone ed il cambio del pannolino.
La medicazione del moncone ombelicale andrà fatta almeno una volta al giorno, e comunque ogni qualvolta la garza sterile che avvolge il moncone non sia asciutta o sia sporca di feci o urina.
Consigliamo di:
- effettuare un accurato lavaggio delle mani: svolto con sapone e acqua del rubinetto per almeno 40/60 secondi;
- sollevare il moncone del neonato e rimuovere la medicazione presente;
- se la garza utilizzata nella medicazione precedente è attaccata al moncone, va bagnata con soluzione fisiologica per facilitarne il distacco;
- se il moncone ombelicale risulta sporco da feci/urine provvedere a detergerlo con sapone liquido neutro, a risciacquarlo con soluzione fisiologica e ad asciugarlo con tamponi di garza sterile;
- prima del distacco del moncone, il neonato non può fare il bagnetto, ma va lavato solo mediante spugnature;
- l’utilizzo di un disinfettante è sconsigliato, se necessario, dal pediatra;
- posizionare una garza sterile protettiva, ripiegata ed asciutta, attorno al moncone e al morsetto;
- tenere la garza in sede mediante l’utilizzo di una retina elastica per medicazioni;
- posizionare il pannolino facendo attenzione a non coprire la medicazione;
- indossare una mascherina protettiva durante la medicazione in caso di infezioni delle vie respiratorie.
Una volta caduto il moncone è necessario continuare le medicazioni per alcuni giorni fino a completa cicatrizzazione della ferita. Si continuerà a lavare il neonato mediante spugnature fino a completa guarigione della ferita dopodiché sarà possibile effettuare il primo bagnetto.
Tra le complicazioni più comuni del moncone ombelicale si possono riscontrare:
- Infezione del moncone ombelicale: in fase iniziale si può manifestare con una minima infiammazione, ritardo e difficoltà di essicazione ed eritema della regione peri-ombelicale. Se non riconosciuta precocemente può evolversi in un’infezione più profonda da non trascurare.
- Granuloma ombelicale: dovuto alla combinazione della presenza di organismi saprofiti e di norme igieniche poco scrupolose. Generalmente si ottengono buoni risultati detergendo con alcool etilico e cauterizzando con nitrato d’argento. Il trattamento viene ripetuto dal Pediatra a d intervalli di pochi giorni fino a guarigione.
- Emorragia ombelicale: può essere dovuta ad un piccolo trauma loale, a una legatura impropria del cordone ombelicale o a difetto nella formazione del trombo. Potrebbe anche essere indicazione di deficit di Vitamina k.
- Ernia ombelicale: spesso dovuta ad una chiusura imperfetta dell’anello ombelicale, che può essere spesso associata a diastasi. Si presenta come una soffice tumefazione ricoperta da cute che protrude durante il pianto e I colpi di tosse. Può essere ridotta facilmente con delicata digito-pressione, nella maggior parte dei casi tende a risolversi spontaneamente entro l’anno di età.
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