La nostra Dott.ssa Carla Tosco ha intervistato la Dott.ssa Maria Paola Ferrero, Biologa Specialista in microbiologia e virologia Direttrice del Laboratorio Analisi Koelliker di Torino. Durante questa mezz’ora assieme la dottoressa ha approfondito alcuni argomenti aiutandoci a comprendere meglio il tema dei test sierologici.
In questo periodo di grande confusione e in cui tutti dicono la propria, ci è sembrato giusto interpellare e dare voce a un’esperta per aiutare i nostri clienti a svincolarsi meglio in questo mare di informazioni.
Prima cosa da avere ben chiara è che il test sierologico non è un test diagnostico come appunto lo è il tampone ma serve solo a capire se abbiamo contratto la malattia in passato e se il nostro organismo ha prodotto gli anticorpi IgG e IgM.
Non sappiamo ancora se la produzione di questi anticorpi ci renda immuni ma la speranza è che questo potrebbe essere così, dato che questo virus è simile a quello della SARS al 95% e, nel caso della SARS, la produzione di immunoglobuline G permetteva l’immunità.
E’ ancora presto ma col tempo riusciremo ad avere dati più chiari.
Ora dobbiamo sapere che non tutti i test sierologici sono uguali.
Qualcuno avrà sicuramente sentito parlare dei TEST RAPIDI. Di questi test in commercio ce ne sono moltissimi e provengono quasi tutti dalla Cina. Sono particolarmente utili quando si ha la necessità di avere un quadro generico sull’andamento della malattia in una determinata zona ma non possiamo basarci su questi dati per avere una chiara e precisa entità del contagio, questo perché questi test rapidi non vengono eseguiti da personale specializzato e la presenza di falsi positivi e di falsi negativi purtroppo è ancora troppo alta da considerarsi efficace.
Il problema vero è che la sensibilità e la specificità non è così chiara e spesso non è quella dichiarata nel bugiardino.
Sensibilità: capacità di identificare tutti i soggetti malati o i falsi negativi.
Specificità: capacità di identificare tutti i soggetti sani e quindi pochi falsi positivi.
Esistono poi altri tipi di test, tipo quelli ABBOTT (eseguiti all’ospedale Koelliker), in cui si ha una sensibilità del 96% (fino ad arrivare al 100% dopo 14 giorni) e una specificità del 99,6%.
Questo significa che le probabilità di trovare falsi negativi o falsi positivi dovrebbero essere davvero molto basse.
Quando è giusto fare il sierologico?
La maggior parte degli individui che si sottopongono al test sono operatori sanitari, persone che sospettano di averlo contratto da un familiare e persone che pensano di aver avuto una malattia con una sintomatologia molto simile a quella dei malati di Covid, quindi per avere una conferma di un’infezione che non è stata diagnosticata.
Sottoponendoci al test, avremmo i dati per comprendere qual è stata la reale diffusione del Coronavirus. In sostanza le iniziative come la campagna dei test sierologici sono importanti perché forniscono degli elementi alla scienza che possono aiutare tutti.
In Piemonte non serve neanche l’impegnativa del medico per effettuare il test sierologico.
Ovviamente il paziente deve essere consapevole che in caso di esito positivo il medico è obbligato a mettere il paziente in isolamento fiduciario per il tempo che intercorre da quel momento fino all’applicazione del tampone. Questo per evitare che la persona rischi di contagiare altri nel caso in cui il virus sia ancora nell’organismo.
Speriamo di essere riusciti a fare un po’ di chiarezza.
Per il resto, continuiamo ad essere prudenti, continuiamo a rispettare le norme e continuiamo ad evitare i complottismi che ci dicono che è tutta colpa del 5G.
Insieme ce la faremo 🌈
Carla Tosco
[Farmacia Bottasso]
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