Esiste un problema della cute che accomuna bambini, adulti, anziani, donne e uomini: si tratta della dermatite, un insieme di diverse patologie che causano eruzioni eritemato-pruriginose. Non sempre è facile riconoscerne le cause: alcuni tipi di dermatite hanno un’origine nota (come la dermatite allergica da contatto), mentre per altri la causa è sconosciuta (come la dermatite nummulare). In ogni caso, la dermatite è sempre una modalità reattiva della cute in risposta a uno stato di secchezza grave, grattamento, sostanze irritanti o allergeni. In genere queste sostanze vengono a diretto contatto con la cute, talvolta però si tratta di sostanze ingerite.
Tipologie e sintomi
Iniziamo con lo specificare che cosa rientra e che cosa no in questa patologia. Nel definire un disturbo della pelle, potreste aver usato la parola eczema, che è un sinonimo di dermatite ma che tuttavia viene spesso usato per indicare una particolare declinazione di quest’ultima, la dermatite atopica. Al contrario, le infezioni cutanee e le infezioni micotiche non vengono classificate come dermatite.
Alcuni tipi di dermatite interessano solo specifiche aree del corpo (come la dermatite da contatto, la dermatite nummulare, la dermatite da stasi o la disidrosi), mentre altre possono verificarsi ovunque (come la dermatite atopica o la dermatite esfoliativa).
Anche la durata è variabile: la dermatite può rappresentare una breve reazione a una sostanza e durare solo per poche ore oppure divenire persistere per un determinato arco di tempo. In questo caso parliamo di dermatite cronica, dovuta a un contatto, una disidrosi o altre dermatiti che non adeguatamente trattate, oppure a una delle varie patologie della cute croniche di origine sconosciuta. In tutti i casi il grattamento e lo sfregamento continui possono determinare, alla fine, indurimento cutaneo. Le parti del corpo più vulnerabili sono mani – spesso a contatto con molte sostanze estranee – e piedi – esposti a condizioni caldo-umide create da calze e scarpe.
Tipici della dermatite sono l’arrossamento, il gonfiore, l’essudazione, la formazione di croste, la desquamazione, la presenza di vescicole, prurito frequente lo sviluppo di lesioni aperte. Come detto poco sopra, la dermatite cronica può causare l’ispessimento della pelle, ma anche fissurazione e vescicolazione della cute e può dar luogo a infezioni batteriche.
Dermatiti dei bambini
Nei bambini tra i 9 e i 12 mesi si presenta in modo molto frequente la dermatite irritativa da pannolino (Dip), un’infiammazione circoscritta appunto all’area del pannolino, che si sviluppa in ragione di diarrea cronica, feci liquide o acide, fattori dietetici e l’uso di antibiotici ad ampio spettro. L’occlusione del pannolino è sicuramente una causa importante: il disturbo infatti può essere dovuto anche alla frizione della cute sul pannolino, all’eccessiva idratazione, al contatto prolungato della pelle con l’urina e le feci, tutti fattori che contribuiscono al danneggiamento della funzione-barriera della cute. Ogni episodio ha una durata media di 2-3 giorni: se, nonostante un trattamento adeguato, persiste oltre i 3 giorni, si può sospettare una manifestazione sovrapposta di Candida albicans, un fungo che tende a far sviluppare Dip ricorrenti.
Come accorgersi se nostro figlio ha una dermatite da pannolino? I casi più lievi (la maggioranza!) sono caratterizzati da papule eritematose o aree di eritema limitato con minime lesioni da macerazione o frizione. Nelle forme moderate, invece, l’eritema è molto più esteso con aree di macerazione ed erosioni superficiali e una persistenza di fastidio o dolore. Infine, le forme gravi presenta un eritema estensivo, la cute lucida ed erosioni dolorose, papule e noduli. Se le lesioni interessano le pieghe inguinali e sono presenti vescicole o pustole al di fuori della lesione principale (oltre che diarrea, febbre, inappetenza) è molto probabile che ci si trovi di fronte a una dermatite sovralimentata da Candida albicans.
Il nostro consiglio è quello di seguire norme igieniche precise:
- cambiare spesso il bambino;
- non stringere troppo il pannolino;
- detergere delicatamente la zona con acqua corrente tiepida;
- usare salviette pronte solo fuori casa;
- lasciare il bambino senza pannolino il maggior tempo possibile;
- applicare a ogni cambio di pannolino una preparazione che funga da barriera fisica, e rimuoverlo poi senza sfregare la cute. In caso di feci liquide utilizzare una pasta all’ossido di zinco.
Se la dermatite persiste oltre le 72 ore o compaiono segni che inducono a pensare a un’infezione sovrapposta da funghi, instaurare una terapia topica con crema antifungina (micotrazolo). Le possibili soluzioni naturali devono essere piante dotate di azione barriera, idratante, emolliente cicatrizzante e antibatterica. Tra i prodotti più indicati ci sono l’aloe, l’altea e la calendula, ricche di polisaccaridi ad azione lenitiva ed emolliente.
Nei bambini è possibile riscontrare un’altra forma di dermatite: la sudamina, causata dal caldo e caratterizzata da puntini rossi tipici nei neonati. Da che cosa è causata? Il neonato nei primi mesi di vita non ha un sistema completo di ghiandole e dotti sudoripare, non è ancora in grado di gestire in modo autonomo la produzione del sudore e di conseguenza la regolazione della corretta temperatura corporea. Soprattutto in presenza di temperature e umidità elevate, il sudore può ristagnare e provocare dermatiti. La pelle si presenta ruvida al tatto perché si formano piccole vescicole, puntini rossi che talvolta causano un leggero prurito. Le zone in cui si riscontrano maggiormente i puntini sono quelle in cui il bambino suda di più, ovvero collo, nuca, ascelle, piedi, tronco, gambe, inguine, ma anche tutte le zone del corpo particolarmente strette dagli indumenti. Talvolta queste vescicole si presentano a seguito di contatto con gli alimenti: capita infatti che il bambino nella scoperta del cibo si spalmi addosso gli alimenti, causando la comparsa di puntini rossi. Benché sia facile pensare subito ad una allergia, in realtà spesso si tratta di una semplice reazione epidermica all’istamina contenuta in alcuni alimenti come pomodori, spinaci, formaggi, frutta secca, pesce, melanzane. È una reazione normale e passeggera, se trattata in maniera corretta e non lasciata a cronicizzare.
Bisogna ricordare di evitare situazioni particolarmente calde per i bambini, preferire vestiti di cotone o di lino ed evitare indumenti troppo stretti. Un altro comportamento da tenere a mente è il bagnetto: gli esperti consigliano di lavare i bambini velocemente con acqua rinfrescante (non troppo calda o ghiacciata) anche con amido di riso, in modo da non far macerare in acqua la pelle, oppure far loro docce frequenti per eliminare lo strato di sudore; gli oli lavanti aiutano a ripristinare il film idrolipidico e rendono la pelle morbida. Asciugateli senza strofinare la pelle, ma tamponando con un asciugamano ed eventualmente aiutandovi con creme emollienti non troppo grasse per rendere morbida la pelle senza ungerla troppo.
È importante che alla base ci sia un’adeguata idratazione del bambino: nell’alimentazione, quindi, vi consigliamo di prediligere acqua e frutta (anche sotto forma di gelatini di frutta, in modo da apportare la giusta quantità di acqua), e per i neonati acqua e latte materno. Evitate di stare a lungo a contatto con la pelle del bambino, per non creare irritazioni a causa del sudore, e applicate un telo di cotone o lino così da non farlo sudare di più. Se il bambino ha la pelle irritata dalla sudamina non deve essere esposto al sole, altrimenti peggiora la situazione.
Questi consigli sono validi anche per gli adulti, nel caso in cui presentino gli stessi sintomi. Una volta presi questi accorgimenti, la pelle ritornerà velocemente alla normalità.
Dermatiti degli anziani
Della dermatite da pannolino possono soffrire anche gli anziani che fanno uso di presidi assorbenti per incontinenza urinaria o per una malattia invalidante che limita il soggetto nelle sue attività di vita quotidiana. Invecchiando, la cute diviene secca e poco elastica a causa delle modificazioni fisiologiche dell’organismo dovute all’età; con il passare degli anni, la pelle tende facilmente ad arrossarsi e a rompersi poiché l’idratazione, costituita dal film idrolipidico, è uno dei principali meccanismi di barriera del nostro organismo.
Spesso la dermatite da pannolino negli anziani non è dovuta, come erroneamente si pensa, ad allergia ai materiali di cui è costituito il pannolino, ma è provocata dal contatto prolungato dell’urina con la cute, che macera la pelle determinando la comparsa di bollicine e di arrossamenti.
Tra i rimedi naturali, vi consigliamo gli oli vegetali puri o arricchiti con estratti di mandorle dolci, di camomilla o calendula, che possiedono proprietà antinfiammatorie e calmanti. Molto importante si rivela l’utilizzo di creme-barriera, che creano una sorta di filtro tra la cute ed il pannolino stesso, facendo scivolare l’urina e non permettendole così di entrare in contatto con la cute. Particolarmente efficaci in questo senso, sono le paste o le creme all’ossido di zinco, noto per le sue proprietà antinfiammatorie, astringenti ed emollienti: la sua applicazione dona sollievo immediato e permette di trattare la dermatite da pannolino in modo naturale senza l’utilizzo di creme antibiotiche o cortisoniche.
Comune nelle persone più anziane è la dermatite da stasi, una malattia infiammatoria della pelle che si manifesta a livello degli arti inferiori. La causa di tale disturbo è da attribuire all’insufficienza venosa cronica, che impedisce il normale flusso ematico e determina un ristagno di liquidi nei distretti cutanei e sottocutanei delle gambe. La dermatite da stasi colpisce entrambi i sessi, e tende a verificarsi soprattutto in soggetti che presentano episodi ripetuti di tromboflebite e gonfiore delle gambe, vene varicose, sovrappeso e obesità, malattie metaboliche o fattori predisponenti di carattere genetico e costituzionali, come trombosi venosa pregressa, eccessiva sedentarietà, atopia.
Il decorso della dermatite da stasi è sostanzialmente benigno; nonostante ciò, se non viene adeguatamente trattata può condurre alla formazione di ulcere varicose, oltre a predisporre a sovrainfezioni batteriche. Nelle fasi avanzate della malattia, infatti, alcune aree della pelle fibrotica possono rompersi, dando origine a piaghe aperte. Di solito queste lesioni compaiono vicino alla caviglia e risultano molto dolorose.
Nel tempo, inoltre, la cute può irrigidirsi e ispessirsi e causare lo sviluppo di edema cronico e lipodermatosclerosi. Quest’ultima è una complicanza della dermatite da stasi e consiste in un indurimento doloroso derivante dalla pannicolite, che, se grave, conferisce alle gambe un aspetto a “birillo da bowling” capovolto, con allargamento del polpaccio e assottigliamento della caviglia. Il trattamento della dermatite da stasi prevede, innanzitutto, la gestione dell’insufficienza venosa con l’adozione di misure utili per evitare la stasi ematica nelle gambe e quindi per migliorare la circolazione e favorire il ritorno venoso. Al contempo, è necessario alleviare i sintomi della dermatite e prevenire le ulcerazioni della pelle con medicazioni specifiche oppure un bendaggio elastico-compressivo.
Quando possibile, è necessario modificare lo stile di vita, cominciando gradualmente a praticare una regolare attività fisica: è sufficiente anche solo una passeggiata quotidiana di mezz’ora, a passo spedito, per ottenere un miglioramento della situazione.
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