I benefici della natura: un rifugio per la salute fisica e mentale
La natura è sicuramente uno scenario pittoresco da contemplare, ma non soltanto: ci offre molto più di quanto potremmo immaginare. Nel vortice frenetico della nostra vita moderna, spesso ci troviamo immersi in una realtà fatta di schermi luminosi, traffico assordante e ritmi serrati che ci tengono costantemente connessi ma, paradossalmente, sempre più distanti da noi stessi. Eppure, c’è un luogo dove il tempo sembra rallentare, dove i nostri pensieri si placano e ci ritroviamo ad ascoltare il battito calmo della natura: la terra stessa. In un mondo che sembra correre troppo veloce, ci dimentichiamo talvolta che il più grande rifugio per il nostro benessere è proprio sotto i nostri piedi, nel suolo fertile e rigoglioso che ci circonda.
Gli scienziati da tempo sanno e ci ricordano che la terra fa bene alla salute! Sono stati condotti degli studi che dimostrano che chi è cresciuto in campagna, per esempio, ha meno probabilità di sviluppare asma, allergie o patologie come il morbo di Crohn, probabilmente grazie all’esposizione ad una serie di microbi, che avrebbero un effetto antinfiammatorio sul nostro cervello, riducendo lostress e migliorando la risposta del sistema immunitario. Negli ultimi anni si è focalizzata la ricerca sul microbiota intestinale e su come il benessere del nostro intestino abbia un effetto diretto sulla salute di tutto l’organismo, in virtù di una reciproca influenza tra microbiota e cervello: i batteri e i segnali intestinali modulano l’attività cerebrale, e, allo stesso modo, il cervello è in grado di modificare l’equilibrio del microbiota mediante sostanze chimiche e ormoni che agiscono direttamente a livello intestinale. Integrare i batteri buoni attraverso l’impiego di probiotici è dunque sicuramente utile e benefico. Ma la scienza ci rivela che si ottengono benefici sulla salute fisica e mentale anche, e soprattutto, da parte dei microbi del terreno: quando tocchiamo la terra o ci immergiamo nella natura “inspiriamo” una grande varietà microbica, che ci permette di avere un sistema immunitario più solido e un microbiota più sano, beneficio che permane nel tempo. Durante la bella stagione vale quindi la pena di uscire e sporcarsi un po’: spesso sottovalutiamo quanto sia facile entrare in contatto con un diverso ecosistema microbico semplicemente stando all’aperto, facendo attività come escursioni in mountain bike, campeggio e camminate in montagna, o facendo giardinaggio, favorendo così un miglioramento di stati depressivi e ansiosi e riduzione dello stress.
Il ruolo cruciale della natura nello sviluppo dei bambini: benefici sensoriali e integrazione dei riflessi primitivi
La natura è estremamente benefica anche per i più piccoli e non nuoce affatto gattonare e sgambettare in un bosco, anzi: fa un gran bene! Nei luoghi chiusi ci sono regole da seguire e ogni oggetto ha un suo preciso utilizzo, perché anche i giochi che dovrebbero ispirare creatività possono esser tuttavia percepiti come avessere un’unica funzione. All’aperto, invece, ci sono meno limiti eciò che si trova in natura può diventare qualunque cosa, stimolando il pensiero e l’immaginazione e mettendo alla prova le abilità fisiche di un bambino. Ecco quindi che la natura stimola la mente e rappresenta il giusto contesto per valutare rischi e accettare sfide, ma non solo: stare all’aperto offre ai bambini piccoli, inclusi i neonati, un ambiente ideale per lo sviluppo dei propri sistemisensoriali e l’integrazione deiriflessi primitivi. Il riflesso, in generale, è una risposta automatica a uno stimolo sensoriale, motorio o a una combinazione di stimoli, ed in particolare i riflessi primitivi, o arcaici, sono schemi di movimento già presenti in noi nel momento in cui veniamo al mondo, automatici, stereotipati, controllati dal tronco encefalico senza coinvolgimento della corteccia e con un ruolo fondamentale di protezione, sviluppo e sopravvivenza nei primi mesi di vita: gettano le basi per lo sviluppo del nostro sistema nervoso! Sono innumerevoli, dal riflesso di Moro, movimento involontario di soprassalto in risposta a stimoli improvvisi che mettono il neonato nella condizione di non sentirsi al sicuro, al riflesso di presa palmare, ovvero quello per cui, se appoggiamo un dito sul palmo della mano di un bimbo, ecco che le sue dita si stringono d’impulso intorno al nostro, dal riflesso spinale di Galant, che, fra le sue tante funzioni, serve a muovere ilnascituro lungo il canale del parto, al riflesso tonico simmetrico cervicale RTSC, che promuove il passaggio alla posizione a carponi… e ogni riflesso ha un momento di esordio, durante i nove mesi di gestazione, ed un momento in cui viene integrato nel corso del neuro-sviluppo: questi riflessi giocano un ruolo chiave nella possibilità di attivare una serie di reazioni motorie, utili sia allanascita sia come supporto nei primi mesi di vita. La linea evolutiva prevede che debbano integrarsi entro il primo anno: alcuni, come il riflesso tonico labirintico RTL, che ha un’influenza diretta sullo sviluppo del tono muscolare di tutto il corpo e ci consente di evolvere in modo favorevole e armonico da un punto di vista psico-neuro-motorio, hanno tempi più lunghi per cui possono integrarsi anche verso i tre anni, ma la maggior parte dei riflessi primitivi si integrano entro i primi sei, dodici mesi di vita. E se questo non succede, se i riflessi arcaici non vengono integrati all’interno di schemi di movimento più maturi e complessi, in grado di servire allo sviluppo, e, insenso più ampio, all’esistenza, in modo più efficace, si parla di riflessi primitivi trattenuti, una condizione più diffusa di quanto si tenda a pensare. La non integrazione dei riflessi, la cui causa sipuò attribuire a tanti fattori fra cui un parto difficoltoso, un parto cesareo, la nascita pretermine o l’esposizione a fattori ambientali potenzialmente tossici, può influenzare la traiettoria di sviluppo e causare fatiche evolutive: la poca coordinazione e disarmonia motoria, disturbi nel linguaggio, diattenzione e di apprendimento, un’ipersensibilità al tatto e al suono, una scarsa organizzazione prassica, dove per disprassia si intende la capacità di organizzare e pianificare un’azione finalizzata a uno scopo, il rifiuto verso qualunque tipo di sport, scarso equilibrio e mal d’auto, la schizzinosità nell’alimentazione… sono solo alcune delle condizioni che potrebbero essere correlate ad un rilfesso primitivo trattenuto. E’ possibile favorire l’integrazione dei riflessi attraverso esperienze di movimento, soprattutto se fatte all’aperto: ecco che la natura ancora una volta ci viene in aiuto!
Riscoprire la natura: benefici sensoriali e integrazione dei riflessi primitivi nei bambini
Toccando, annusando e verificando consistenze e colori, in una ambiente naturale e destrutturato, si compiono gesti sperimentali che coinvolgono tutta la sfera sensoriale. Favorire la vita all’aria aperta, in giardino, in un parco, al mare, in montagna… favorisce l’integrazione dei riflessi primitivi: le attività esperienziali in natura integrano i riflessi con molta più facilità, mentre con il troppo tempo davanti agli schermi e con la tendenza a limitare la libertà di muoversi e sperimentare per paura dei rischi che si possono correre… il rischio che di fatto si corre davvero è che i riflessi primitivi non si integrino in modo armonico!
In un mondo dove la tecnologia avanza a passi da gigante e la vita si svolge sempre più dietro uno schermo, la natura ci invita a riscoprire la nostra essenza e le nostre potenzialità: in una modalitàche può essere addirittura terapeutica, ci fortifica nel fisico e ci alleggerisce nella mente, migliora l’apprendimento, la memoria, l’empatia e l’armonia, allena i nostri sensi e favorisce un corretto sviluppo neuromotorio. Ognuno di noi deve quindi andare di più incontro alla natura, per essere, come scriveva il poeta John Burroughs, “cullato e guarito, e avere i sensi messi in ordine’’.
Carla Tosco
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