Scriveva Frank Deford, uno dei più grandi scrittori sportivi dei nostri tempi: “Lo sport dà il meglio di sé quando ci unisce.”  E l’edizione parigina di queste Olimpiadi 2024, l’evento forse più atteso dell’anno, e per tanti atleti l’occasione della vita, ha dato sicuramente il meglio di sé: oltre che essere una manifestazione in grado di coinvolgere milioni di persone, ha saputo rinnovare il significato più autentico dello sport, celebrando l’eccellenza fisica e mentale di atleti provenienti da tutto il mondo, senza distinzioni, e promuovendo valori quali la sportività, l’inclusività, l’invecchiamento attivo ed un senso di comunità… che hanno permeato ogni angolo della manifestazione.

Al di là dei numeri, dei record battuti e delle medaglie vinte, è stata una edizione sportivamente scintillante, con campioni affermati e nuove stelle emergenti del panorama olimpico, in cui non sono mancate ovviamente le polemiche, ma che sarà ricordata soprattutto per la grande sportività che ha caratterizzato tutti gli atleti. Le strette di mano al termine delle gare, gli abbracci sinceri tra vincitori e vinti, e gli incoraggiamenti reciproci sono stati il segno tangibile che le Olimpiadi, ma in generale tutte le manifestazioni sportive, non sono solo una sfida per vincere, ma un’occasione per celebrare lo sforzo umano, in tutte le sue forme. La vera vittoria, d’altro canto, non è solo tagliare per primi il traguardo, ma farlo onorando i valori fondamentali di rispetto e correttezza. Le Olimpiadi 2024 hanno rappresentato un forte messaggio di inclusività, con atleti di ogni genere, etnia e condizione fisica pronti a dare il massimo per il loro Paese e per sé stessi. L’Italia, poi, ha battuto un primato: gli atleti azzurri che hanno partecipato ai Giochi, infatti, sono stati 403, mai così tanti prima d’ora. Ed uno dei dati più importanti è la quasi perfetta parità di genere: dei 403 atleti italiani, 209 sono stati uomini (pari al 51,9%) e 194 donne (48,1%), un risultato significativo che ci dimostra come in Italia la spinta dello sport coinvolga equamente ragazze e ragazzi.

Lo sport è per tutti e può essere una fonte di benessere e di crescita personale, per chiunque ed in ogni fase della vita. Con le Olimpiadi di Parigi 2024, dove atlteti over 40 sono stati un esempio di longevità sportiva, il mondo dello sport celebra non solo l’eccellenza atletica ma anche una nuova consapevolezza sul ruolo dell’invecchiamento attivo. Le Olimpiadi non sono più quindi solo una manifestazione di gioventù e vigore, bensì un terreno dove esplorare come l’età non debba essere un limite, ma un’opportunità per dimostrare che la passione e la dedizione per lo sport non hanno data di scadenza, che è possibile continuare a raggiungere risultati eccellenti ben oltre l’età tradizionalmente considerata “pensionabile” e che l’attività fisica e un buon stile di vita possono allungare e migliorare la qualità della vita, sempre e a qualsiasi età.

L’invecchiamento attivo è un concetto che va oltre la mera sopravvivenza, implica vivere la propria età avanzata in modo sano, produttivo e soddisfacente, un approccio che è supportato da studi che dimostrano come l’attività fisica faccia bene al cuore, al corpo e alla mente. L’attività fisica regolare aiuta a prevenire malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e tumori, che insieme formano tre quarti di tutte le morti mondiali, e può anche ridurre i sintomi di depressione e ansia, migliorare la concentrazione e il benessere generale. Inoltre, lo sport aiuta a mantenere la mobilità e la forza muscolare, essenziali per la qualità della vita con l’avanzare dell’età. Dunque, non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di se stessi e raggiungere nuove vette: l’attività fisica può influenzare positivamente la longevità, è parte integrante di uno stile di vita sano e appagante,indipendentemente dall’età, e anche l’età avanzata diventa così una fase dinamica e stimolante della nostra vita.

Il senso di comunità che ha unito atleti e spettatori durante queste Olimpiadi è stato qualcosa di straordinario: gli atleti, da un lato, hanno dato tutto e a volte anche di più, hanno pianto per la gioia delle vittorie e i record abbattuti o per la tristezza delle sconfitte, e gli spettatori, dall’altro, hanno applaudito il primo come l’ultimo, hanno fatto un tifo chiassoso e caldo in tutti i campi di gioco. La potenza dello sport sta nella sua capacità di aggregare: in uno stadio gremito o davanti a uno schermo televisivo, tifosi di ogni età, estrazione sociale e cultura si riuniscono per seguire le imprese degli atleti, vivendo insieme un’esperienza che va oltre la mera competizione. Lo sport diventa allora un linguaggio universale, in grado di abbattere ogni tipo di barriera e di creare un forte senso di appartenenza. Quando una squadra segna un goal decisivo o un atleta taglia il traguardo di una gara emozionante, le reazioni non sono semplicemente individuali: sono collettive, condivise da tutti coloro che partecipano, fisicamente o virtualmente. Il senso di comunità che si cela dietro lo sport nasce dal fatto che le persone sono legate da una passione comune. In quel preciso momento, non importa da dove veniamo, quale lingua parliamo o quali siano le nostre differenze: importa solo lo sport, l’emozione che esso suscita e la capacità di farci sentire parte di qualcosa di più grande. Non è un caso che eventi come le Olimpiadi riescano a far riunire intere nazioni, con famiglie, amici e sconosciuti che si uniscono per tifare gli stessi colori, dimenticando per un istante le divisioni quotidiane. Quando guardiamo un evento sportivo, siamo immersi in una tempesta di sentimenti: gioia, ansia, euforia, a volte anche delusione, emozioni che sono amplificate dal fatto di viverle insieme agli altri. Nei momenti di maggiore tensione, come un rigore in una finale o l’ultimo sprint di una maratona, ci ritroviamo uniti, anche solo per pochi istanti, a vivere la stessa trepidazione. Si tratta di sentimenti collettivi che sono una sorta di collante fra le persone: quando una nazione intera esulta per una vittoria, quell’esultanza non appartiene solo all’atleta che ha trionfato, ma diventa parte del patrimonio emotivo di un’intera popolazione. È in questo modo che lo sport crea una memoria condivisa, un filo invisibile che tiene insieme individui, famiglie e comunità…. ed è in questo modo che lo “sport dà il meglio di sè”!

Le Olimpiadi di Parigi 2024 non passeranno alla storia solo per i numerosi record o per i momenti di gloria sportiva, ma anche e soprattutto per il profondo rispetto dei valori che hanno caratterizzato i Giochi sin dalle origini, e che sono in grado di ispirare non solo gli atleti, ma milioni di persone in tutto il mondo. Ora tocca a noi, spettatori e amanti dello sport, portare avanti questi valori, ricordando che lo spirito olimpico non si esaurisce con la cerimonia di chiusura, ma continua ogni giorno, in ogni campo, pista e palestra del mondo.