L’inizio di un nuovo anno è il tempo dei buoni propositi, quel momento magico in cui guardiamo al futuro con entusiasmo e una buona dose di ambizione. Tuttavia, mantenere fede agli obiettivi che ci poniamo non è sempre facile. Spesso proviamo a cambiare abitudini radicate, senza tener conto che il vero segreto sta nel procedere a piccoli passi e concentrarsi su ciò che vogliamo diventare, più che su ciò che vogliamo ottenere. La chiave del successo nel realizzare i buoni propositi risiede in un processo ben definito, composto da quattro fasi fondamentali: segnale, desiderio, risposta e ricompensa. Queste fasi, ispirate ai principi della psicologia comportamentale, possono aiutarci a trasformare un’idea in un’abitudine duratura.
Il segnale è il punto di partenza. Si tratta di un promemoria visivo, sonoro o situazionale che ci richiama al nostro obiettivo. Ad esempio, lasciare le scarpe da ginnastica vicino alla porta può essere un segnale per ricordarci di andare a correre, o preparare in anticipo la borsa per la palestra ci spinge a mantenere il proposito di allenarci. I segnali ci aiutano a focalizzare l’attenzione su ciò che vogliamo fare, riducendo il rischio che il nostro intento venga sopraffatto dalle distrazioni quotidiane. Il desiderio è il motore che alimenta la nostra azione. Perché un obiettivo diventi reale, deve essere connesso a qualcosa che ci attrae o ci motiva profondamente. Non basta dire “voglio dimagrire” o “voglio essere più attivo”: dobbiamo immaginare come ci sentiremo una volta raggiunto il nostro obiettivo. Pensare a noi stessi più energici, felici e sicuri di fronte allo specchio è ciò che rende il proposito desiderabile e stimola il nostro entusiasmo. La risposta è l’azione concreta che compiamo per avvicinarci al nostro obiettivo. In questa fase, la semplicità è essenziale. Spesso falliamo perché pretendiamo troppo da noi stessi, tentando di fare grandi cambiamenti in poco tempo. Al contrario, piccoli passi quotidiani, come 10 minuti di esercizio fisico al giorno o sostituire uno snack poco sano con una porzione di frutta, sono più sostenibili e ci aiutano a costruire un’abitudine senza sentirci sopraffatti. Infine, arriva la ricompensa, l’aspetto più gratificante del processo. Tuttavia, è importante comprendere che non sempre la ricompensa sarà immediata: molte volte, i risultati arriveranno lentamente, ma questo non deve scoraggiarci. Per mantenere alta la motivazione, possiamo creare piccole gratificazioni lungo il percorso: festeggiare ogni volta che raggiungiamo un micro-obiettivo o premiarci con qualcosa che amiamo rinforza l’impegno e rende il percorso più piacevole. Questa sequenza – segnale, desiderio, risposta e ricompensa – funziona come un ciclo virtuoso: ogni volta che lo ripetiamo, stiamo allenando il nostro cervello a vedere il cambiamento come qualcosa di naturale e positivo, trasformando gradualmente un semplice proposito in uno stile di vita.
Tra i propositi più diffusi, spicca il desiderio di prendersi cura di sé, un impegno che abbraccia vari aspetti della nostra vita: adottare una sana alimentazione, concedersi momenti di relax, dormire bene e fare attività fisica. Quest’ultima, in particolare, è un toccasana non solo per il corpo, ma anche per la mente.
Fare attività fisica non significa solo tonificare i muscoli o perdere peso: significa anche creare relazioni e migliorare il proprio benessere psicologico. Chi frequenta corsi di gruppo in palestra sa bene che l’energia condivisa durante l’allenamento ha un potere trasformativo: si creano legami, nascono amicizie, talvolta persino amori! Questa dinamica non è un caso: la vicinanza fisica, la ritualità che deriva dall’allenarsi regolarmente nello stesso posto e alla stessa ora, e le esperienze condivise… creano il terreno ideale per sviluppare connessioni significative. Sono elementi che, secondo la psicologia sociale, favoriscono l’interazione umana e aiutano a superare quel “codice sociale dell’anonimato” che spesso ci separa dagli altri.
C’è un altro aspetto da non sottovalutare e che sicuramente un’attività fisica fatta in gruppo promuove: ridere insieme! Immaginiamoci una stanza piena di adulti che si agitano, sudano, urlano e corrono senza andare da nessuna parte: una scena che, ad uno sguardo superficiale, potrebbe sembrare ridicola. Eppure, proprio in questa apparente assurdità si cela un segreto potente: le cose ridicole ci connettono, perché ci fanno ridere. Ed il ridere insieme ha un ruolo cruciale nelle relazioni umane, è una forma di linguaggio universale che abbatte barriere, scioglie la tensione e crea un senso di appartenenza. Diversi studi confermano che condividere una risata ci aiuta a scoprire quanto abbiamo in comune con gli altri. E quale contesto migliore per ridere se non durante un allenamento, tra un movimento scoordinato e un’espressione buffa nello specchio della palestra?!
Ma non è solo la risata a fare il suo lavoro. Durante l’esercizio fisico, il nostro corpo rilascia un cocktail di “ormoni della felicità” – endorfine, dopamina e serotonina – che non solo migliorano il nostro umore, ma rafforzano anche i legami interpersonali. È una sinfonia chimica che ci rende più aperti, più empatici e più predisposti a relazionarci con chi ci circonda. Inoltre, fare esercizi in sincronia con gli altri amplifica questo effetto: muoversi insieme, respirare insieme, seguire lo stesso ritmo crea un senso di armonia e coesione che va oltre il semplice allenamento. Questo tipo di sincronizzazione non solo rafforza il corpo, ma crea una sorta di intimità condivisa, un legame profondo che raramente si trova in altri contesti sociali. E poi c’è la vulnerabilità. Quando ci alleniamo, siamo tutti sulla stessa barca: sudati, affannati, a volte un po’ goffi. È una condizione che ci fa abbassare le difese, mostrandoci per quello che siamo realmente. Questa autenticità è il terreno fertile in cui nascono le connessioni più genuine
Forse non incontreremo il nostro nuovo migliore amico in un corso di spinning o pilates, ma sicuramente impareremo ad uscire dalla nostra zona di comfort, un passo fondamentale per migliorare non solo la nostra forma fisica, ma anche la nostra capacità di relazionarci con gli altri.
Quindi, mentre stiliamo la lista dei nostri buoni propositi per quest’anno, ricordiamoci di includere non solo la cura di noi stessi, ma anche quella delle nostre relazioni: ed una semplice iscrizione a un corso in palestra potrebbe essere il primo piccolo passo verso grandi cambiamenti.
Perché questo accada, però, è importante avere chiaro il percorso: partire da un segnale, coltivare il desiderio, e, infine, godersi la ricompensa, non solo quella immediata di una risata condivisa o una sensazione di leggerezza dopo l’allenamento, ma quella più grande di diventare la versione migliore di noi stessi, fisicamente, mentalmente e socialmente. Magari quest’anno sarà proprio quello in cui scopriremo quanto è bello vivere, crescere e connettersi con gli altri.
Un passo alla volta, un sorriso alla volta, un obiettivo alla volta.
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