Ci hanno detto che siamo belle solo se magre, ma non troppo, formose, ma senza esagerare, giovani, ma senza dimostrarlo. Ci hanno spiegato che il nostro valore è legato al nostro aspetto, ma poi ci criticano se ci prendiamo troppo cura di noi stesse. Ci hanno cresciute con l’idea che avremmo dovuto essere forti, ma senza sembrare aggressive, dolci, ma senza apparire deboli. E così, fin da bambine, ci siamo un po’ abituate a specchiarci negli occhi di chi ci guarda, sperando di vedere riflessa un’immagine che possa piacere a loro prima ancora che a noi stesse.
Essere donna significa spesso camminare su una corda tesa tra aspettative e giudizi, tra desideri propri e standard imposti. Siamo cresciute con lo sguardo dei maschi che ci valutavano a scuola, con i voti dati ai nostri corpi nei corridoi, con i commenti sul nostro peso, sul nostro viso, sulla nostra età. Siamo entrate nel mondo del lavoro con la consapevolezza che, a parità di competenze, avremmo forse guadagnato meno o potuto ambire a ruoli meno prestigiosi. Affrontiamo relazioni in cui, troppo spesso, il nostro valore viene misurato in base a quanto siamo capaci di “tenerci” un uomo. E se l’uomo se ne và, comunque la colpa è sempre anche nostra.
Eppure, essere donna non è solo questo. Non è solo subire il peso di un sistema che ci vuole sempre adeguate a un modello preconfezionato. Essere donna è molto di più.
Ogni donna è un’orchestra vivente, un equilibrio dinamico tra corpo e mente, un universo straordinariamente complesso regolato anche da quei meravigliosi direttori d’orchestra chiamati ormoni. Gli estrogeni modellano il nostro cervello, rendendoci empatiche, intuitive, resilienti. Il progesterone ci avvolge in una nuvola di calma o, in certi giorni, ci getta nel vortice della malinconia. Gli androgeni ci danno la grinta per lottare e la determinazione per andare avanti: non è un caso che noi donne siamo spesso considerate eccellenti mediatrici nei conflitti e capaci di costruire reti sociali solide!
La scienza ci dice che questi ormoni influenzano tutto: il nostro umore, il nostro livello di energia, persino il modo in cui percepiamo noi stesse. Dopo la pubertà, la depressione raddoppia tra le donne rispetto agli uomini. Durante il ciclo mestruale, il nostro cervello si trasforma, rendendoci più sensibili, più attente, a volte più vulnerabili. La gravidanza, la maternità e la menopausa lasciano segni profondi nel nostro sistema nervoso, trasformandolo in modi che stiamo appena iniziando a comprendere: i cambiamenti della vita si imprimono nelle nostre cellule, ma anche nella nostra anima.
La maternità è un viaggio di trasformazione profonda, che cambia una donna non solo fisicamente, ma anche nel profondo del suo cervello. La matrescenza è quel periodo in cui la mente si riorganizza per accogliere il nuovo ruolo: aumentano la neuroplasticità, la sensibilità e la capacità di rispondere ai bisogni del bambino. Durante la gravidanza, l’ippocampo – sede della memoria – si riduce temporaneamente, spiegando il famoso baby brain, quel senso di distrazione e annebbiamento. Ma col tempo il cervello si ristruttura, affinando attenzione, problem solving ed empatia. Dopo il parto, l’ossitocina – l’ormone dell’amore – esplode, rafforzando il legame con il neonato e riducendo l’ansia. La maternità è un vero e proprio reset neurologico, capace di rendere una donna più resiliente ed emotivamente forte. E questi cambiamenti, dicono gli studi, possono durare per sempre.
Ma è importante ricordare che la maternità non è un percorso obbligato per sentirsi complete. L’esperienza di cura, di protezione e di accoglienza non è limitata solo a chi mette al mondo un figlio. Essere donna non significa necessariamente essere madre biologica. Il concetto di maternità è molto più ampio e non si riduce al semplice evento del parto. Si può essere madri senza figli, nel modo in cui ci prendiamo cura di chi amiamo, nel supporto che offriamo, nel modo in cui guidiamo e ispiriamo le nuove generazioni.
Eppure, per ogni donna arriva quel momento. “Ma quando ti sposi?”. “E i figli, quando?”. Come se ci fosse un percorso obbligato, una tappa imprescindibile che ci definisce come donne. Il bello è che se rispondi che non vuoi figli, qualcuno ti dirà che “poi cambierai idea”. Se li vuoi “troppo tardi”, sei incosciente. Se non li vuoi affatto, c’è chi scuoterà la testa con un sorriso di compassione, come se non sapessi cosa ti perdi. Come se la maternità fosse un passaggio obbligato per la realizzazione femminile. Una donna è madre quando è mentore per una collega più giovane, quando si prende cura di un genitore anziano, quando dona il proprio tempo e le proprie energie a una causa che le sta a cuore. È madre quando sostiene un’amica in difficoltà, quando educa, quando crea, quando lascia il mondo un po’ migliore di come l’ha trovato.
Le donne sono un intreccio di ruoli, esperienze e sensibilità. Sono madri, sì, ma sono anche figlie, sorelle, amiche. Siamo manager e casalinghe, scienziate e artiste, sognatrici e rivoluzionarie. Siamo donne che costruiscono il futuro, anche quando ci dicono che non possiamo. Siamo quelle che amano con una profondità che spaventa, quelle che cadono e si rialzano, quelle che portano il peso del mondo senza perdere la capacità di sorridere.
Ci sentiamo spesso dire che siamo lunatiche quando in realtà siamo semplicemente biologicamente sofisticate… Siamo dolcemente complicate! Fiorella Mannoia in “ Quello che le donne non dicono” racconta un universo femminile fatto di sogni, di dolore nascosto dietro un sorriso, di battaglie silenziose combattute ogni giorno. “Cambia il vento ma noi no, e se ci trasformiamo un po’ è per la voglia di piacere a chi c’è già o potrà arrivare a stare con noi”. Quante volte abbiamo cercato di adattarci, di essere all’altezza delle aspettative, di farci spazio in un mondo che ci vuole sempre diverse da come siamo? Abbiamo troppa fantasia, sì. E spesso non diciamo quanto sia difficile portare il peso delle etichette, dei giudizi, delle giornate amare. Eppure, siamo sempre qui, con le nostre notti bianche, con la forza che non si spegne mai.
L’8 marzo è la nostra festa, il giorno in cui celebriamo la bellezza di essere donne. Non quella estetica, ma quella autentica di chi è sé stessa, senza scuse, senza compromessi, senza paura.
“Siamo così, dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate. Ma potrai trovarci ancora qui.” Perché la nostra forza sta proprio in questo: nell’essere vere, nell’essere unite, nell’essere semplicemente donne. Auguri a tutte noi!
Leave A Reply