Purtroppo c’è una sintomatologia molto simile che accomuna l’influenza stagionale alla malattia da Coronavirus. Prima che circolasse il virus SARS-CoV-2, avremmo riconosciuto diagnosi di una classica influenza segnali come febbre, tosse secca, vomito e diarrea. Dal momento in cui è scoppiata la nuova epidemia non è facile distinguere tra i sintomi del Covid-19 e quelli di una “banale” influenza, tendenzialmente simili ma più lievi.
L’influenza stagionale si distingue principalmente per l’insorgere all’improvviso di alcuni sintomi in concomitanza, quali:
- febbre oltre i 38°;
- presenza di dolori muscolari o articolari;
- almeno un sintomo respiratorio come tosse, congestione e secrezione nasale;
- mal di gola.
Per quanto riguarda il Covid-19, la sintomatologia è molto simile: febbre sopra i 37.5°, tosse, mal di gola, congestione e secrezione nasale e difficoltà respiratorie. Tuttavia, come sappiamo, il Covid-19 può presentare anche sintomi tipici e non legati all’influenza stagionale, in primis:
- perdita improvvisa o diminuzione dell’olfatto;
- perdita o alterazione del gusto.
Incubazione e trattamento
Con le temperature in leggero calo, la frequentazione della scuola e degli ambienti legati alle attività sportive, è molto facile che un bambino o un adolescente abbia un raffreddore o un po’ di tosse: è il caso di allarmarsi?
Gli esperti sottolineano che se non c’è febbre non è il caso di preoccuparsi, mentre se sale la temperatura bisogna subito rivolgersi al pediatra.
Non è facile per i genitori distinguere i sintomi del Covid con quelli influenzali: negli ultimi tempi è circolato un virus parainfluenzale caratterizzato da febbre alta solo per un giorno e diarrea. La dissenteria rientra sia nei sintomi del Covid sia in quelli di alcune forme virali che si distinguono proprio per disturbi gastrointestinali, come il Rotavirus.
Nel tentativo di cercare delle differenze, i Center for Disease Control e l’Oms concordano sul fatto che i tempi di incubazione tra i due virus sono diversi. Il tempo medio di comparsa dei sintomi di un virus influenzale va da 1 a 4 giorni, mentre per il virus SARS-CoV-2 la media è di 5 giorni, benché la finestra possa allargarsi da 2 a 14 giorni.
Ovviamente queste sono differenze su cui non ci si può basare per avere una risposta precisa, l’unico modo per distinguere tra i due virus è fare il tampone, e questo vale anche per i bambini. Nel momento in cui intercettano sintomi come quelli descritti, i genitori devono parlarne con il pediatra affinché vengano messi in atto i percorsi raccomandati dal Ministero della Salute. Per quanto ci siano voci che ipotizzano che il tampone possa essere rischioso, non c’è nessuna evidenza scientifica o casi riportati che indichino un rischio concreto per i bambini. Il tampone è uno strumento di prevenzione molto importante che può essere fatto a qualsiasi età, anche nei neonati. Per una diagnosi differenziale è fortemente raccomandata dal Ministero della Salute la vaccinazione antinfluenzale, che può aiutare proprio a evitare la confusione dei sintomi.
L’importanza della prevenzione
Il naso
La pulizia nasale è efficace per garantire la rimozione di antigeni (mediatori dell’infiammazione), virus e batteri.
Uno studio fatto su un gruppo di bambini ha evidenziato che la pratica dei lavaggi nasali fatti 3 volte al giorno per un periodo di 8 settimane riduce significativamente il numero di infezioni delle alte vie aeree, la sintomatologia rinosinusale e il consumo di farmaci.
Recentemente è stato effettuato un altro studio randomizzato su un gruppo di soggetti adulti con il raffreddore comune, analizzando un buon numero di virus (rhinovirus, enterovirus, virus dell’influenza A, coronavirus), la loro durata e diffusione. Nei soggetti trattati con lavaggi nasali e gargarismi realizzati con soluzione salina ipertonica è stata registrata una minore durata della malattia, un minor consumo di farmaci, un minor tasso di contagio e una riduzione della carica virale nasale.
I lavaggi nasali potrebbero essere quindi impiegati anche per ridurre la carica virale del Covid-19 nelle fosse nasali che, stando ai ricercatori, sono spazi molto ospitali per l’infezione.
Gli ioni cloruro, contenuti nella soluzione fisiologica dei lavaggi nasali, migliorano i meccanismi di difesa antivirale grazie all’attivazione dell’immunità delle cellule della mucosa nasale. In questo periodo in particolare i lavaggi nasali possono essere molto utili nei bambini potenzialmente asintomatici. Nei soggetti in età pediatrica per cui può effettivamente essere difficile far rispettare il distanziamento sociale e l’uso corretto della mascherina, il lavaggio nasale non solo è un’efficace precauzione per loro potrebbe essere identificato, perché no, come un gioco.
La bocca
Numerosi studi hanno evidenziato come i gargarismi realizzati con agenti antimicrobici siano efficaci nel ridurre la carica virale presente nei fluidi orali. La conseguenza dunque sarà la limitazione della diffusione del virus che avviene tramite “droplets”, le famose “goccioline”.
I gargarismi realizzati con soluzioni debolmente alcoliche inoltre, potrebbero rappresentare un’efficace strategia preventiva nel ridurre il rischio di infezione generato da questi fluidi orali nel contatto da persona a persona.
Insieme al vaccino, è importante implementare tutti gli interventi non farmaceutici rapidi e sicuri per ridurre il contagio da Covid-19, come l’utilizzo delle mascherine, il lavaggio e l’igienizzazione frequente delle mani, l’abitudine quotidiana dei lavaggi nasali e dei gargarismi con soluzioni debolmente alcoliche sia nei bambini sia negli adulti.
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